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Studio Legale Gianesini

Fare l’avvocato non è un mestiere come un altro.

In realtà, se correttamente intesa, la professione forense ha una profonda valenza pubblica, nel senso che essa si rivolge alle persone e in particolare a coloro che, per varie vicissitudini o solo per malasorte, si trovano nella necessità di richiedere un aiuto per ottenere “giustizia” o, più semplicemente, per superare difficoltà che non possono (a volte non vogliono) risolvere da soli.

Con i clienti sono solito paragonarmi a un allenatore di calcio: la nostra squadra (io e il cliente) pensiamo di avere ragione (quindi di essere i più forti) e scendiamo in campo convinti di poter battere quelli che riteniamo essere i più deboli (ossia la parte che – sempre a nostro avviso – ha torto). Tuttavia l’esito della partita può essere molto diverso dalle attese: il fattore campo (il tribunale), l’arbitro (il giudice), il comportamento falloso della squadra avversaria e del suo allenatore (la controparte e il suo legale) possono portare a un risultato completamente diverso. Mentre la vittoria sarà sempre considerata un esito scontato («tanto avevamo ragione»), in caso di sconfitta il cliente ne attribuirà la responsabilità esclusivamente al proprio avvocato (l’allenatore) e alla giustizia che non funziona.

Certamente la giustizia, nel nostro Paese, non funziona come dovrebbe…

Non è vero, in modo assoluto, che in Italia non esiste giustizia. È invece vero che non bisogna mai chiederla al giudice, bensì al deputato, al ministro, al giornalista, all’avvocato influente, eccetera. La cosa si può trovare: è l’indirizzo che è sbagliato.

GIUSEPPE PREZZOLINI, Codice della vita italiana, 1921

Tuttavia, anche nel più perfetto sistema giudiziario, quando si entra in un tribunale non si può avere alcuna certezza sull’esito finale di una controversia; così come nessuna squadra di calcio – anche la più blasonata – può avere la certezza di vincere una partita: come può succedere a chi dice «ho ragione» di perdere una causa, così può capitare, a chi si ritiene la squadra più forte del campionato, di perdere con l’ultima in classifica. In questi casi, sovente, si usa dire che “non meritava di perdere”…

Eppure quel giorno, in quella partita, in quel campo e con quell’arbitro la squadra più forte ha perso.

Si può talvolta far cosa pienissimamente legale ed essere al tempo stesso un solenne ladro.

MASSIMO D’AZEGLIO (1798-1866)

Bisogna prima di tutto accettare il fatto che nessuna partita è mai uguale a un’altra. Si deve quindi spiegare al cliente che una sentenza pronunciata da un altro giudice in un altro tribunale non può riguardare un caso identico, perché per definizione non esistono casi identici (come non esistono partite identiche o falli identici). E nemmeno si può pretendere che ad arbitrare sia sempre la stessa persona, cosa evidentemente impossibile.

Non ci sono alternative, dunque: ci si trova di fronte a modi diversi di interpretare i falli e di applicare il regolamento calcistico… esattamente come avviene in Tribunale.

«Ma in tribunale non si gioca a calcio… si applica la Giustizia», mi rispondono i clienti.

Se la giustizia umana fosse davvero tale, non avremmo bisogno di quella divina.

ROBERTO GERVASO, La volpe e l’uva, 1989

Se applicare la giustizia consistesse semplicemente nel dare ragione a chi pensa di averla, non dovremmo nemmeno iniziare un processo, così come la prima in classifica non dovrebbe scendere in campo con l’ultima ma vincere a tavolino. E invece la partita va giocata, perché può succedere che sul terreno di gioco non vinca il migliore; esattamente come un processo, che può concludersi con un insuccesso per chi non è riuscito a provare le proprie ragioni. Si dirà «la colpa è del giudice, la controparte è stata scorretta, l’arbitro si è fatto influenzare» etc. Il più delle volte, tuttavia, il cliente che ha perso darà la colpa al proprio avvocato alias l’allenatore, che infatti è il soggetto sostituito con maggiore frequenza nel mondo del calcio.

E così la figura dell’avvocato non ha mai riscosso grande simpatia tra le persone, oggi come duemila anni fa: basti pensare che già Marziale, in uno dei suoi epigrammi, consigliava che è meglio pagare il creditore piuttosto che dare il proprio denaro all’avvocato.

Perché ho scelto questa professione, allora? Perché credo ancora nelle parole di Piero Calamandrei, padre fondatore del codice di procedura civile…

Marco Gianesini

Molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore. Ma l’avvocato no. L’avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sé, assumere i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce. L’avvocatura è una professione di comprensione, di dedizione e di carità. Per questo amiamo la toga: per questo vorremmo che, quando il giorno verrà, sulla nostra bara sia posto questo cencio nero: al quale siamo affezionati perché sappiamo che esso ha servito a riasciugare qualche lacrima, a risollevare qualche fronte, a reprimere qualche sopruso: e soprattutto a ravvivare nei cuori umani la fede, senza la quale la vita non merita di essere vissuta, nella vincente giustizia.

PIERO CALAMANDREI (1889-1956)

Lo Studio

Lo Studio

Lo Studio

Lo Studio

Lo Studio

Lo Studio Legale Gianesini nasce dopo un’esperienza decennale in importanti aziende private.

Acquisita una rilevante conoscenza delle dinamiche imprenditoriali, Marco Gianesini decide di abbandonare il lavoro dipendente per intraprendere la libera professione, avendo maturato sin dal 1994 i requisiti per l’iscrizione all’Ordine degli Avvocati.

Apre così nel 2001 lo studio professionale con sede a Schio, mantenendo la rete di relazioni e corrispondenti in Italia e all’Estero costruita nelle precedenti esperienze.

A quelle prettamente aziendalistiche (commerciale, societario, bancario), si sono aggiunte nel tempo varie competenze in altre aree del diritto (famiglia, successioni, diritti reali).

Profilo

Profilo

AVVOCATO MARCO GIANESINI

Sono nato ad Arezzo nel 1962 ma da quando avevo 10 anni vivo nell’Alto Vicentino, luogo di nascita di mio padre. Dopo la maturità classica e l’obbligo di leva assolto nell’Arma dei carabinieri, mi sono laureato in Giurisprudenza all’Università di Padova.
Conclusa la pratica professionale e ottenuta l’iscrizione Albo degli Avvocati di Vicenza nel 1994, ho scelto di lavorare in ambito aziendale: dapprima presso la Marzotto di Valdagno (1991-1999), dove mi sono occupato del “Servizio Legale e Contenzioso”, poi presso la Gas di Chiuppano (1999-2001) come responsabile “Affari Legali e Contenzioso”.
Dal 2001 sono libero professionista e ho mantenuto rapporti continuativi con varie realtà del mondo aziendale. All’esercizio dell’avvocatura, inoltre, affianco da sempre l’impegno personale nella sfera pubblica e negli ambienti sociali e culturali del territorio.

 

Impegni nella pubblica amministrazione

Sono stato componente dei CdA dell’Istituto Civico Musicale Scledense, della Biblioteca Civica di Schio e del Sistema Bibliografico Scledense negli anni Ottanta; del Consiglio Distrettuale Scolastico e del Consiglio Comunale di Schio, oltre che della Commissione per la redazione dello Statuto comunale e delle commissioni per l’esame degli “atti normativi”, negli anni Novanta.
Successivamente ho fatto parte del Nucleo di Valutazione dei dirigenti del Comune di Schio e del Nucleo di Valutazione del Consorzio di Polizia Municipale locale, e sono stato Sindaco della Fondazione Palazzo Festari di Valdagno e membro del Comitato di Gestione Regionale dei Fondi per il Volontariato. Mi sono inoltre specializzato frequentando il Corso per “Candidati City Manager” (European Business School, Università di Torino e Prospecta).

 

Attività in ambito sociale e culturale

Sono Presidente Provinciale dell’AVIS di Vicenza; tutore legale volontario con tre tutele attive (progetto avviato dalla Regione Veneto dopo l’istituzione del Pubblico Tutore Regionale); componente del Consiglio Direttivo dell’Associazione ForteMaso; presidente dell’Associazione Volontariato in Rete, ente gestore del CSV di Vicenza. Sono inoltre iscritto all’Associazione Carabinieri in Congedo, all’Associazione Amici del Cuore e alla Brigata Aretina Amici dei Monumenti.
In passato ho fatto parte di Italia Nostra (Direttivo della Sezione di Schio), del Movimento Federalista Europeo (Segretario della sezione scledense) e dell’Associazione Ricercatori Storici IV Novembre (Segretario).

Studio Legale Gianesini
Via Ippolito Nievo 7 – 36015 Schio (VI)
tel. 0445 673166 – fax 0445 294524 – cell. 347 7826668

avvmarcogianesini@hotmail.com
studiolegalegianesini@hotmail.it
marco.gianesini@ordineavvocativicenza.it (posta certificata)